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Leshmaniosi canina

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Per leshmaniosi canina si intende una zoonosi (malattia trasmissibile da animale a uomo) causata da un protozoo (parassita unicellulare intracellulare) appartenente al genere lesmania infantum.L’agente vettore di tale parassita è un flebotomo o meglio una zanzarina di 2/3 millimetri.Tale agente è definito ospite intermedio. E’ da precisare che nell’agente vettore il protozoo per diventare infettante effettua una replicazione; quando ciò accade se il flebotomo si alimenta del sangue del cane ed immette attraverso la puntura nella cute il protozoo  può causare la patalogia nell’ospite definitivo (il cane).Ciò accade perché vi è uno zucchero sulla cute del cane che attira il flebotomo e lo porta ad alimentarsi di sangue.Anni fa si riteneva che tale malattia fosse confinata al Sud Italia e a tutti i paesi che si affacciavano sul Mediterraneo meridionale (Grecia, ex Jugoslavia, Albania, Turchia, etc.).Oggi tale patologia forse perché più studiata o più conosciuta o per una movimentazione maggiore dei cani si riscontra più facilmente anche in Nord italia, Francia, Spagna, etc.Si sa che i serbatoi naturali del protozoo sono le volpi, i ratti (sempre più in aumento) ed in qualche caso particolare i gatti, oltre ai vari canidi selvatici.Affinchè detta patologia sia presente in un’area geografica necessita di quanto segue:1)    Flebotomo – definito ospite intermedio. Tale agente vettore non è presente oltre i 900/1000 metri;2)    Ospite definitivo (cane, volpe, ratti, etc.).La sintomatologia clinica è molto poliedrica; per una comodità didattica si riscontrano 2 forme, una viscerale e una cutanea.Nella mia attività di veterinario ho spesso riscontrato la forma viscerale la quale si manifesta con cani che hanno spesso enteriti ricorrenti, stato di dimagrimento continuo, astenia più o meno pronunciata ed enteriti emorragiche.Ciò implica senz’altro un coinvolgimento più o meno grave dell’apparato enterico; dobbiamo sempre tener presente che in questa patologia vi è un coinvolgimento costante dei reni per cui molto spesso a livello renale vi sono delle lesioni che portano ad un’insufficienza renale di entità variabile con compromissione epatica.La forma cutanea forse è quella più classica che si può riscontrare in un soggetto, molto spesso vi sono delle alopecie circoscritte a livello oculare (definito cane con occhiali spesso poteva essere confusa con una rogna rossa?).Alopecie a livello di gomiti con dermatite furfuracea amiantacea non pruriginosa ed onicogrifosi (crescita esagerata delle unghie) molto spesso il cane sembra un cane precocemente invecchiato, alcune volte si possono riscontrare delle alopecie rotondeggianti non pruriginose con forfora a livello di cranio; pertanto in una zona    dove la leshmaniosi non è di casa può essere confusa con delle malattie cutanee causate da acari (rogna).Le forme più gravi da me viste sono state delle forme cutanee in cui la cute del cane era paragonabile ad un pesce al quale si stanno togliendo le squame; molto spesso questa dermatite furfuracea coinvolge la canna nasale, collo e dorso.Vi sono altre forme cliniche che esulano dagli schemi classici o dalle due forme succitate e si manifestano con zoppie, con ulcere tondeggianti simmetriche a livello dei due metacarpi di dimensioni simili a quelle della moneta da un centesimo.Molto spesso vi sono dei cani che hanno una epistassi monolaterale o aumento di volume o consistenza dei linfonodi esplorabili con splenomegalia.Ricordo ancora oggi un caso curioso di un cane di razza breton di anni 6 circa. Mi era stato sottoposto a visita da alcuni amici perché tale soggetto dopo una breve passeggiata di circa 20 metri al guinzaglio andava in lipotimia.Clinicamente quel cane non presentava molti sintomi su descritti, solo con l’analisi del sangue immunofluorescenza ed emocromo si è potuto capire che quel soggetto era affetto da leshmaniosi ed era fortemente anemico e ciò non gli permetteva una deambulazione normale.Effettuate le cure del caso il soggetto si è ripreso quasi normalmente.Questa è una malattia con sintomatologia poliedrica per cui nelle zone in cui è presente tocca sempre tenerla in debita considerazione.L’evoluzione clinica è molto lenta, è subdola, in alcuni casi si notano solo cali prestazionali per cani da lavoro, in altri casi il cane a detta del proprietario è più pigro, meno vivace del solito ed in continuo dimagrimento.E’ una patologia su sfondo autoimmunitario per lesioni renali più o meno marcate, per artriti su base autoimmunitaria, lo stesso dicasi per le miositi causate da questa infezione; senz’altro quando ci troviamo di fronte ad un cane che presenta rinorragia o emorragie a livello enterico queste sono causate da una pancitopenia su base autoimmunitaria.Oggi si è propensi a dire che vi sono alcune linee di sangue di cane o razze più predisposte a tale patologia; sembra che ciò sia dovuto al coinvolgimento della risposta immunitaria con produzione di linfociti TH1 o TH2.Detti linfociti vengono prodotti nel momento in cui il protozoo è inglobato nel macrofago e si è notato che la produzione di linfociti TH1 da una risposta cellulo mediata che porta ad esito favorevole della malattia.La produzione di linfociti TH2 porta progressivamente ad un peggioramento della patologia, non si riesce ancora a capire con precisione perché alcuni soggetti rispondono alla Noxa con formazioni di TH1 invece di TH2, probabilmente vi è un coinvolgimento genetico.Diagnosi.Oggi la diagnosi di detta malattia la si effettua con molte tecniche le quali possono essere così classificate :1)    Diretta. Evidenzia il parassita o gli anticorpi.2)    Indiretta. Si va a ricercare la sofferenza di organi causata dal parassita.Diretta.Puntato linfonodale e relativa colorazione per evidenziare il protozoo, immunofluorescenza (IFI) o test ELISA.Indiretta.Elettroforesi proteine ematiche con relativa valutazione della stessa e rapporto fra albumine e globuline o aumento di alcune frazioni del tracciato che possono stare ad indicare delle sofferenze aspecifiche di organo (nefriti).Formologelificazione : tecnica altamente aspecifica usata qualche anno fa.Anche un semplice esame di azotemia e creatinemia in presenza di lesioni cutanee possono aiutare nella prognosi del soggetto.Prevenzione.Oggi esistono in commercio prodotti spot on e collari che aiutano a prevenire il problema. A mio avviso è molto importante il materiale con cui è costruito il canile e dove il cane deve passare buona parte della sua vita.I canili, a mio avviso, dovrebbero essere abbastanza ventilati; non avere anfratti o cucce in tufo in quanto in tali nascondigli si può annidare molto facilmente il flebotomo le cui dimensioni sono di 2/3 millimetri e soprattutto non vi deve essere presenza di acqua stagnante sia nei box che nelle vicinanze del canile.Ho sempre notato che canili costruiti sotto il riparo di alberi e con gocciolatoi per irrorare piante erano il ricettacolo ideale per tale patologia.Effettivamente l’uso di canili più ventilati e mezzi di prevenzione come collari o spot on ha migliorato molto la prevenzione di questa malattia.Terapia:1)    Antimoniali2)    Allopurinolo3)    Chetoconazolo4)    Levamisolo5)    MiltefosinaQuesti farmaci non sono elencati in ordine di importanza ma in ordine di comparsa sul mercato e relativa sperimentazione.Oltre a queste molecole si possono usare anche altre terapie di supporto per aiutare eventuali organi in sofferenza compito questo demandato alla professionalità dei miei colleghi.Il rimedio definitivo è nella scoperta di un vaccino preventivo ancor più importante ove si consideri che tale patologia colpisce anche la razza umana.

 

Dott. Salvatore Minna

 

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