Herpes virus canino e infertilità
- Red Setter Club Italia

- 15 ago 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 16 ago

Le cause di infertilità nel cane possono essere molteplici e spesso l’insuccesso, ovvero l’infertilità, può essere dovuto a diversi fattori che possono coesistere. Nel giustificare la mancata nascita dei cuccioli, l’Herpes Virus Canino (CHV) viene chiamato in causa, spesso a sproposito o senza una evidenza particolare che effettivamente ne attesti la reale responsabilità.
Per anni, ogni volta che una cagna rimaneva “vuota” o si parlava di riassorbimento embrionale o di cuccioli nati morti, immancabilmente si chiamava in causa l’azione del virus erpetico, senza possibilità di effettuare test diagnostici specifici che ne evidenziassero la presenza e soprattutto la responsabilità nell’aver determinato l’evento patologico.
Vediamo per quale ragione l’Herpes Virus Canino dovrebbe essere il responsabile dei mancati concepimenti o di “incidenti” durante la gravidanza e nel postpartum. Il motivo principale sta nel fatto che le azioni dell’Herpes Virus Canino possono essere diverse e possono espletare la loro azione patogena effettivamente in diversi stadi della vita riproduttiva del cane, determinando quindi sterilità, interruzioni di gravidanza (sia per riassorbimento che per aborto), ma soprattutto nati-mortalità e/o mortalità neonatale.
CARATTERISTICHE DEL VIRUS
Si tratta di un virus specie-specifico, ovvero ciascuna specie animale possiede un proprio virus, pur appartenendo alla stessa famiglia. Ne deriva che il virus del cane può essere trasmesso solo tra cani e non all’uomo o ad altri animali.
Come tutti gli Herpes Virus, è protetto da envelope (involucro esterno) costituito da lipidi e glicoproteine, sensibili ai più comuni agenti esterni e chimici, e disattivato alla temperatura di 37 °C o più. È estremamente sensibile a solventi quali etere, cloroformio, sali quaternari d’ammonio, derivati fenolici: in definitiva è poco resistente nel mondo esterno.
I primi dati riguardo all’Herpes Virus Canino, come causa di patologia virale fatale nei neonati, risalgono al 1965. Nei neonati deceduti sono caratteristiche le lesioni focali di tipo necrotico generalizzate ed emorragiche.
Nell’adulto la patologia è subdola o modesta, limitatamente alle prime vie respiratorie e/o genitali esterni.
La diffusione avviene per lo più:
attraverso leccamento (saliva e mucosa nasale) o per via inalatoria,
tramite accoppiamento, per contatto diretto della mucosa genitale.
Il virus si localizza a livello di mucosa genitale e/o nasale come sistema di sopravvivenza, per sottrarsi alla temperatura corporea elevata che lo disattiverebbe.
Caratteristica saliente del virus è che, dopo la fase acuta dell’infezione, viene raggiunta una fase di equilibrio tra la presenza del virus (in forma latente) e il sistema immunitario. Durante questa fase il cane positivo non è contagioso, ma la riattivazione virale può avvenire in qualsiasi momento che determini una depressione del sistema immunitario (eventi stressanti, patologie concomitanti, calore, parto).
SINTOMATOLOGIA
La conseguenza più nota e temuta è l’infertilità sia nel maschio che nella femmina, spesso non associata ad alcuna altra sintomatologia se non rinite transitoria e piccole lesioni vescicolari sulle giunzioni muco-cutanee dei genitali esterni.
Compatibile con qualità del seme normale e con cicli normali e regolari nella femmina.
Estrema contagiosità attraverso, banalmente, l’annusamento o leccamento dei genitali di un soggetto con infezione in fase attiva.
INFEZIONE ERPETICA NELLA CAGNA
Al momento del contagio (spesso per via venerea o in caso di riattivazione durante il calore), gli eventi possibili sono:
assenza di gravidanza
interruzione di gravidanza con riassorbimento o aborto
parto a termine ma con perdita della cucciolata al 100% o quasi, nei primi 7-15 giorni post-partum
fertilità mantenuta in funzione degli anticorpi della cagna
L’interruzione di gravidanza è dovuta alla diffusione del virus al feto, con morte embrionale (riassorbimento) o fetale (aborto), mummificazione fetale o parto prematuro.
INFEZIONE ERPETICA NEL MASCHIO
Il sospetto nasce da anamnesi di femmine accoppiate con il maschio e rimaste vuote, o con percentuale di riassorbimenti, aborti o mortalità neonatale.
Spesso non vi sono sintomi, talvolta compaiono lesioni vescicolari sulla giunzione muco-cutanea del prepuzio o della punta del pene. Possono coesistere infezioni batteriche genitali che riducono la qualità del seme. Nel maschio infetto la libido è mantenuta; possibili anche balanopostiti (infezioni del glande con ecchimosi e lesioni vescicolari).
INFEZIONE ERPETICA NEL NEONATO
Si verifica per lo più nelle prime 3 settimane di vita, con:
depressione,
minore capacità di suzione,
lamenti persistenti,
rinite,
dolore addominale,
incoordinazione,
morte in 24-48 ore dall’inizio dei sintomi.
Lesioni caratteristiche: emorragie ed ecchimosi multifocali a livello di rene, fegato e polmoni.
I cuccioli in questa fase non hanno capacità di termoregolazione: assumono la temperatura corporea in base alle condizioni ambientali (sala parto, numero di cuccioli, comportamento materno). In condizioni non idonee il virus si replica.
EPIDEMIOLOGIA
Studio francese: 75-80% degli allevamenti risulta infetto, anche senza infertilità o mortalità neonatale.
In Italia non ci sono dati ufficiali, ma la situazione appare simile.
100% degli allevamenti con problemi di fertilità risulta infetto.
DIAGNOSI
Due gruppi principali:
su sangue (sieroneutralizzazione, ELISA)
su tessuti infetti (PCR, isolamento virale).
La sieroneutralizzazione è la più attendibile: evidenzia la presenza di anticorpi, ma non distingue infezione recente da riattivazione.
La PCR su tessuti (genitali, feti, annessi fetali) è estremamente valida e certa.
PREVENZIONE
Isolamento della cagna gravida nelle 3 settimane prima e dopo il parto.
Contatto precoce dei cuccioli con adulti positivi, per raggiungere equilibrio immunitario.
Cura della sala parto:
28-30 °C la prima settimana,
24-26 °C la seconda,
21 °C la terza.
Umidità 55-60%.
Riscaldamento per contatto (es. pedana scaldante).
TRATTAMENTI TERAPEUTICI
Non esistono antivirali efficaci. Sono stati testati sieri da cani adulti positivi e farmaci immunostimolanti, senza risultati concreti.
TRATTAMENTO IMMUNITARIO
L’Herpes Virus è scarsamente immunogeno (anticorpi durano 4-8 settimane).
Esiste un vaccino immunizzante per la cagna gravida:
1ª dose: dall’inizio del calore fino a 15 giorni dopo l’accoppiamento.
2ª dose (richiamo): 1-2 settimane prima del parto.
Scopo: passaggio di anticorpi con il colostro ai cuccioli.
Da ripetere a ogni gravidanza.
Non utilizzabile nel maschio.
Vaccino in commercio: Eurican Herpes 205 (Merial).
ESPERIENZA PERSONALE
100 cani testati (15 maschi, 85 femmine).
94% positivi all’Herpes Virus.
72 cagne vaccinate → 70,8% gravidanze normali, 29,2% non gravide.
CONCLUSIONI
L’Herpes Virus non è l’unica causa di infertilità nella cagna. È necessario indagare su tutte le possibili cause, per non creare false aspettative sul trattamento immunizzante quando il virus non è la causa principale.
Dott. Giovanni Majolino
Medico Veterinario – Specialista in Malattie dei Piccoli Animali
Past-President SIRVAC (Società Italiana Veterinari per la Riproduzione Animali Compagnia)
Collecchio (Parma)
Tel/Fax 0521800108 – giovanni.majolino@libero.it

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