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Consanguineità e Allevamento del Setter Irlandese.

Aggiornamento: 28 ago

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La consanguineità è un tema centrale per chiunque si occupi seriamente di allevamento. Non riguarda soltanto numeri e calcoli genetici, ma tocca da vicino la salute, la longevità e la

qualità dei cani che nascono. Il Red Setter Club d’Italia, attraverso la propria Commissione Allevamento, ha raccolto e analizzato centinaia di pedigree per comprendere meglio l’impatto della consanguineità sulla nostra razza. Questo articolo nasce con l’obiettivo di spiegare, in modo chiaro e accessibile a tutti, cosa significa coefficiente di consanguineità (COI), perché è importante monitorarlo e come usarlo nella selezione responsabile dei nostri cani.


Cos’è la Consanguineità?

La consanguineità indica il grado di parentela genetica tra due individui. Quando accoppiamo due cani imparentati, aumenta la probabilità che i cuccioli ricevano coppie di geni uguali da entrambi i genitori. Questo fenomeno, chiamato omozigosi, può fissare sia le qualità positive sia i difetti latenti di una linea di sangue. Il Coefficiente di Consanguineità (COI), o Coefficiente di Wright, è un numero espresso in percentuale che misura la probabilità che due geni in un individuo siano identici per discendenza comune. In parole semplici, ci dice quanto due genitori sono geneticamente vicini e quanto questo legame si riflette sui cuccioli.


Ecco alcuni esempi pratici:

  • Accoppiamento tra fratelli: COI = 25%

  • Accoppiamento tra genitore e figlio: COI = 25%

  • Accoppiamento tra nonno e nipote: COI =12,5%

  • Accoppiamento tra mezzi fratelli: COI = 12,5%

  • Antenato comune in 2° e 3° generazione: COI = 6,25%


Più il COI è alto, maggiore è l’omozigosi, e quindi più forte è il rischio di fissare caratteri indesiderati.


Vantaggi e Rischi dell’inbreeding

L’inbreeding è un’arma a doppio taglio. Da un lato permette di fissare le qualità desiderate in una linea — come resistenza, velocità , olfatto — dall’altro aumenta il rischio che emergano difetti genetici nascosti. La consanguineità non va quindi demonizzata, ma gestita con grande responsabilità . Un allevamento serio deve sempre bilanciare l’uso della consanguineità con aperture genetiche mirate, per evitare un impoverimento del patrimonio genetico della razza.


L’Analisi del Red Setter Club d’Italia

La Commissione Allevamento del RSC d’Italia ha catalogato oltre 1.500 pedigree, concentrandosi su 430 soggetti in età riproduttiva (meno di 9 anni). Per ciascun cane è stato calcolato il coefficiente di consanguineità con la formula di Wright. I dati raccolti mostrano un’ampia variabilità : alcuni stalloni hanno trasmesso livelli di consanguineità molto alti, mentre altri hanno contribuito a mantenere più basso il COI medio.


Un aspetto interessante è l’evoluzione nel tempo: la media della consanguineità nei cuccioli nati tra il 2011 e il 2020 è oscillata tra valori del 9% e del 24%, dimostrando come le scelte degli allevatori abbiano un impatto diretto sulla razza.



Rappresentazione grafica della percentuale media di consanguineità per anno dal 2011 al 2020
Rappresentazione grafica della percentuale media di consanguineità per anno dal 2011 al 2020


Approfondimento Tecnico sulla Consanguineità

Dal punto di vista genetico, la consanguineità aumenta l’omozigosi, ovvero la presenza di due copie identiche di un gene ereditato da un antenato comune. Questo processo può essere utile per fissare caratteri desiderabili (ad esempio un certo tipo di mantello o una particolare attitudine venatoria), ma allo stesso tempo riduce la variabilità genetica complessiva della popolazione. Con minore variabilità , aumentano i rischi legati a malattie ereditarie o a una ridotta resistenza a fattori ambientali.


Un COI elevato in una cucciolata indica quindi una maggiore probabilità che emergano difetti recessivi già presenti, anche se nascosti, nella linea di sangue. Per questo motivo molti genetisti suggeriscono di mantenere il COI medio di una razza sotto il 10-12%, con accoppiamenti mirati che, solo in alcuni casi e per motivi strategici, possano salire oltre il 20%.


Conclusione: Verso un Allevamento Responsabile

La genetica non è una scienza esatta, ma un campo complesso dove le scelte degli allevatori possono fare la differenza tra una razza che si rafforza e una che si indebolisce. Il COI è uno strumento prezioso, non un fine: serve a prendere decisioni più consapevoli, evitando accoppiamenti rischiosi e favorendo lo sviluppo di cani sani, longevi e capaci. Il lavoro del Red Setter Club d’Italia va proprio in questa direzione: fornire dati, analisi e conoscenza perché ciascun allevatore possa contribuire alla crescita equilibrata e responsabile del Setter Irlandese.


Tratto da “Analisi indice di consanguineità- Notiziario RSCI 2020” di Roberto Zanarella





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